Salma Hayek rivela la sua esperienza da immigrata clandestina negli USA: la storia inaspettata dietro il successo

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Il percorso di Salma Hayek verso la celebrità internazionale è stato caratterizzato da sfide significative, in particolare legate alla sua condizione di immigrazione. Dalla sua ambizione di diventare un’attrice di successo fino alla realizzazione dei suoi sogni, Hayek ha dovuto affrontare numerosi ostacoli lungo la strada.

le difficoltà iniziali di salma hayek

Nel corso di un’intervista a Fox News Latino, Salma Hayek ha condiviso la sua esperienza come immigrata clandestina negli Stati Uniti. Ha affermato: “Sono stata un’immigrata illegale negli Stati Uniti. È stato per un breve periodo di tempo, ma l’ho fatto comunque“. Questa fase è iniziata nel 1991, quando si trasferì a Los Angeles per seguire corsi di recitazione. Dopo la scadenza del suo visto, Hayek si trovò costretta a rimanere nel paese senza documenti, fino a quando non completò il processo di regolarizzazione tornando in Messico per ottenere un nuovo visto. Alla fine, ricevette un visto O-1, un documento che facilita l’ingresso negli Stati Uniti per persone che eccellono nei propri campi professionali.

la carriera di salma hayek nel cinema

La determinazione di Hayek è stata premiata, poiché è diventata la prima attrice messicana a ricevere una nomination agli Oscar per la categoria di miglior attrice grazie al film “Frida”, nel 2003. Oltre a questo riconoscimento, ha consolidato il suo ruolo nell’universo Marvel, interpretando Ajak in “Eternals”. Hayek ha anche avuto la possibilità di lavorare su progetti ambiziosi, come la propria posizione da protagonista in un episodio dedicato di Black Mirror.

progetti futuri e opportunità

La carriera di Hayek, Ha visto anche progetti non concretizzarsi. Era inizialmente destinata a interpretare la Perfida Strega dell’Ovest in una serie basata su “Wicked”, ma il progetto è stato successivamente accantonato. Malgrado queste difficoltà, l’attrice ha continuato ad emergere come una figura di spicco nell’industria cinematografica.

Scritto da Augusto Clerici
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