Cos’è la sindrome dell’intestino corto
Poco conosciuta, ma con un impatto significativo, la sindrome dell’intestino corto è una condizione che colpisce ogni anno numerosi individui. Si tratta di una patologia irreversibile, ma gestibile attraverso una dieta mirata e specifiche terapie mediche. L’intestino tenue di un adulto misura solitamente tra 6 e 7 metri di lunghezza e presenta un diametro di 2,5 cm. Coloro che soffrono di questa sindrome, invece, presentano un intestino della lunghezza di circa la metà, il che comporta una ridotta capacità di assorbire i nutrienti.
Le persone maggiormente colpite includono quelle con morbo di Crohn, che hanno subito interventi di asportazione intestinale, così come individui con lesioni intestinali o grave obesità. Anche un difetto congenito può determinare l’insorgenza della sindrome, e i bambini non sono affatto esenti. Tra le sostanze che non vengono assorbite ci sono le vitamine A, D, E, K e B12, insieme ai grassi. Questa situazione può scatena sintomi quali dolore addominale, perdita di peso, gonfiore, stanchezza e diarrea cronica. Nei casi estremi, si possono sviluppare disturbi alimentari come l’anoressia.
Dieta per gestire la sindrome
Per minimizzare i sintomi e migliorare l’assorbimento dei nutrienti è fondamentale adottare un’alimentazione appropriata. Gli alimenti indicati includono:
- Proteine di alta qualità: pollo, pesce, tacchino, tofu e uova
- Carboidrati complessi: quinoa e riso integrale, preferendo quelli a basso indice glicemico
- Grassi salutari: presenti in pesci come salmone, noci, avocado e olio d’oliva
- Alimenti ricchi di minerali e vitamine: verdure e frutta cotte, integratori di calcio, vitamina D, B12 e ferro
È consigliato consumare più pasti piccoli nel corso della giornata, in modo da massimizzare assorbimento e ridurre lo stress sull’intestino.
Alimenti da evitare
Al contrario, è opportuno evitare determinati cibi, in particolare:
- Cereali integrali non raffinati e verdure crude
- Fruite con buccia
- Zuccheri semplici presenti in bevande zuccherate e dolci
- Fritture e grassi, frequentemente responsabili delle infiammazioni intestinali
- Caffè e alcolici
- Alimenti contenenti lattosio per chi manifesta intolleranza