Studiando il ciclo di film di Nightmare, il primo capitolo è stato esaminato in precedenza.
Nightmare 2 – La rivincita ha destato molte discussioni sin dalla sua uscita, sicuramente più rispetto al suo antecessore, ma con meno attenzione agli aspetti tecnici del cinema. Questo film, diretto da Jack Sholder, è diventato rapidamente un simbolo per quella che all’epoca era conosciuta come “comunità omosessuale”. Sebbene si possa considerare un sequel con diverse scelte artistiche, è l’aspetto del sottotesto omoerotico che ha attirato l’attenzione nel corso degli anni. La produzione ha infatti incorporato elementi di omosessualità nel copione, un fattore voluto che ha subito vari ritocchi durante le riprese.
Nightmare 2 – La rivincita: “l’horror più gay di sempre”
Nel 2024, il dibattito attorno al sottotesto di questo film è particolarmente attuale. Anche se nei primi anni dopo la sua uscita, vi è stata divisione sulle sue implicazioni, il film è stato accolto con entusiasmo dalla comunità LGBTQIA+. Mark Patton, interprete principale e dichiarato omosessuale, ha sostenuto che la produzione mirasse a enfatizzare questi elementi attraverso la sua interpretazione, il che ha dato al film un’identità forte e distintiva.
A proposito dello script, questo è stato redatto da David Chaskin, il quale inizialmente ha negato l’intenzionalità di tali sottotesti, ma ha successivamente ammesso che ci fosse una volontà di riflessione sul tema dell’omofobia tra i giovani. I registi e i creatori coinvolti, come Jack Sholder, hanno rivelato successivamente come si fosse all’oscuro di tali intenzioni durante la lavorazione, lasciando aperto il dibattito su quanto fosse consapevole il messaggio veicolato dal film.
La rivincita di Freddy: una nuova direzione
In qualità di sequel di uno dei film horror più apprezzati degli anni ‘80, Nightmare 2 – La rivincita ha scelto di approcciare le aspettative del pubblico in modo inedito. Anziché replicare la formula del suo predecessore, il film incide su elementi di possessione e body horror, sfidando i canoni del genere per avventurarsi in territori meno esplorati.
Una narrazione complessa
Un aspetto rilevante del film è l’assenza di una “final girl”. Freddy Krueger, che nel primo capitolo agiva nel mondo dei sogni, qui opera più frequentemente nel regno della realtà, creando una confusione nei ruoli dell’eroe e del cattivo. Diventa difficile determinare chi sia realmente il protagonista: Jesse, il ragazzo al centro della trama, risulta essere vittima e carnefice nello stesso tempo, contribuendo a rendere questa pellicola innovativa, ma confusa.
Critiche e problematiche di Nightmare 2 – La rivincita
Wes Craven, creatore del franchise, rifiutò la regia del film, esprimendo ostilità verso il copione, ritenendolo deleterio per il personaggio di Freddy. Credeva che l’assenza di un eroe ben definito e l’eccessiva esposizione del villain nella realtà non giovassero alla narrativa. Craven ha anche suggerito modifiche significative, inclusa l’introduzione di una protagonista femminile al posto del maschio come protagonista, una scelta che avrebbe potuto apportare una nuova prospettiva alla storia.
In conclusione, la rappresentazione di Freddy Krueger si rivela compromessa dall’introduzione di dinamiche poco chiare che risultano in un’opera coraggiosa ma poco precisa. Di certo, il contrappunto tra il mondo onirico e la realtà presenta dei rischi narrativi, ma offre anche stimoli freschi per analizzare come i sequel possano sfidare le convenzioni.