le campionesse olimpiche e l’attenzione mediatica
Il recente successivo trionfo alle Olimpiadi di Parigi da parte delle atlete italiane nel fioretto a squadre ha suscitato notevole interesse. Rossella Fiamingo, Mara Navarria, Alberta Santuccio e Giulia Rizzi hanno conquistato una medaglia d’oro sconfiggendo la squadra francese nella finale. La scelta di alcuni media di riferirsi a queste atlete in modo riduttivo ha sollevato polemiche significative.
detto popolare e ironia online
Un articolo apparso su Repubblica ha definito Fiamingo come “l’amica di Diletta Leotta”, ignorando il suo nome e il suo eccezionale raggiungimento. Similmente, le altre atlete sono state etichettate con descrizioni generiche, come “la francese”, “la psicologa” e “la mamma”. Queste definizioni hanno causato indignazione tra i tifosi e hanno innescato un dibattito online.
Ti alleni, fai sacrifici per anni, fallisci, vinci, arrivi alle olimpiadi e diventi oro nella spada a squadre. Ma comunque sei “l’amica di Diletta Leotta”. #GIOCHIOLIMPICI #OlympicGames
l’importanza di riconoscere le identità
Nella discussione che si è sviluppata, Margherita Granbassi ha sottolineato l’importanza di far conoscere i nomi delle atlete piuttosto che ridurle a semplici etichette. Ha affermato: “Volevo solo fare un piccolo accenno a un titolo di un giornale che mi è capitato sott’occhio. Un famoso giornale nell’edizione online le descrive come l’amica di Diletta Leotta, la psicologa, la francese, la veterana. E no: loro si chiamano Rossella Fiamingo, Mara Navarria, Alberta Santuccio, Giulia Rizzi.”
Margherita Granbassi demolisce in diretta il titolo di Repubblica su “l’amica della Leotta, la francese, la psicologa e la veterana”.
le atlete protagoniste
Il focus dovrebbe rimanere sulle atlete che hanno ottenuto una performance straordinaria alle Olimpiadi. Queste atlete non solo hanno realizzato un sogno personale e collettivo, ma hanno anche segnato un capitolo importante nella storia dello sport italiano.
- Rossella Fiamingo
- Mara Navarria
- Alberta Santuccio
- Giulia Rizzi
Tradizionalmente, il riconoscimento e l’adeguata valorizzazione delle conquiste sportive dovrebbero andare di pari passo con il rispetto delle identità individuali e collettive, evitando semplificazioni che riducono il valore delle imprese atletiche. Le recenti vittorie devono essere celebrate non solo per il medagliere, ma anche per il coraggio e la determinazione che queste atlete hanno dimostrato.