Ci sono canzoni che rimangono nel cuore e nella memoria collettiva. Non si parla solo di tormentoni estivi, ma di autentici evergreen della musica italiana che continuano a essere cantati e apprezzati nel tempo, come “Perdono” di Tiziano Ferro e “La solitudine” di Laura Pausini. Questi successi hanno elevato gli artisti a livelli di fama internazionale.
esempi di reinterpretazioni discusse della musica italiana
Nei decenni passati, si è assistito a un particolare fenomeno: diversi artisti, sia italiani che stranieri, hanno tentato di reinterpretare brani celebri nella loro lingua. A parte alcuni successi ben accolti, ci sono delle reinterpretazioni che oggi possono sembrare piuttosto sorprendenti per via della loro eccentricità. Un insieme di esperimenti, a volte imbarazzanti, che meritano di essere ricordati.
interpretazioni note e curiose
Una delle reinterpretazioni più sorprendenti risale al 1967, quando Robert Plant, il famoso frontman dei Led Zeppelin, si cimentò con “La musica è finita” di Ornella Vanoni, trasformandola in “Our song”. Questo tentativo, a dire dei critici, non ottenne risultati positivi, conservando intatti i commenti negativi su piattaforme come YouTube.
Un’altra curiosità è rappresentata dalla cover di “Piangi con me” di Shel Sapiro, realizzata nel 1983 dai Lords of the New Church. La reinterpretazione, dal titolo “Live for today”, cercava di adeguarsi alle sonorità del tempo, incorporando synt e batterie elettroniche, risultando in un brano decisamente cupo e atipico.
Infine, nel 1986, ci fu David Bowie che decise di rifare “Volare”, un sigillo della musica italiana. Con un’impronta swing e un marcato accento inglese, Bowie affrontò questo classico con un approccio che lasciò il pubblico con sentimenti contrastanti.
- Robert Plant
- Ornella Vanoni
- Shel Sapiro
- Mogol
- Lords of the New Church
- David Bowie