Il Film “Bone Tomahawk”: La Verità dietro Storia, Razzismo e Cannibalismo

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“Bone Tomahawk” è un film del 2015 che rappresenta il debutto alla regia di S. Craig Zahler, noto anche come autore di romanzi di genere e membro della band heavy metal Realmbuilder. La pellicola mescola abilmente il genere western con l’horror, creando un’esperienza cinematografica unica e sorprendente.

la trama di bone tomahawk

due banditi, un cimitero profanato e un’orda di nativi

La storia inizia con due banditi del Vecchio West che, in fuga dalla legge, trovano rifugio tra le montagne. In queste terre sconosciute, scoprono e profanano un cimitero indiano, scatenando l’ira dei nativi. Solo uno dei due sopravvive all’attacco dei nativi e riesce a fuggire verso la città più vicina, segnando l’inizio di nuovi pericoli.

l’ambientazione western e l’elemento horror

Nonostante l’ambientazione fortemente western, “Bone Tomahawk” si rivela presto un vero e proprio film horror. Lo sceriffo Franklin Hunt, interpretato da Kurt Russell, guida un piccolo gruppo di coraggiosi in una missione di salvataggio nelle terre selvagge per cercare i loro cari rapiti da una tribù indiana dimenticata e sanguinaria.

la controversia di bone tomahawk

accuse di razzismo e stereotipi negativi

Il film ha sollevato numerose polemiche per il modo in cui rappresenta gli indiani d’America. I trogloditi del film, dediti a pratiche come il cannibalismo e l’incesto, non trovano riscontro in tribù storicamente esistite, suscitando critiche di razzismo e di perpetuazione di stereotipi negativi sui nativi. La violenza sensazionale dei nativi mette in risalto l’umanità dei protagonisti civilizzati, seguendo un modello narrativo tipico dei racconti colonialisti.

la realtà storica

I conflitti tra nativi e coloni bianchi durante l’epoca del West furono complessi e spesso segnarono massacri brutali da entrambe le parti, con episodi come il massacro di Wounded Knee del 1890. “Bone Tomahawk” si discosta dalla realtà storica per creare una narrazione ricca di tensione e orrore, ma che rischia di offrire un’immagine distorta delle vere dinamiche tra colonizzatori bianchi e popolazioni native.

Scritto da Augusto Clerici
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