Kate Middleton e le strane regole del protocollo britannico: cosa non può fare la Duchessa

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La vita all’interno della Famiglia Reale Brittanica è segnata da una serie di rigidi protocolli che ogni membro deve rispettare, incluse figure amate e influenti come la Principessa del Galles, Kate Middleton. Anche se molti possono immaginare un’esistenza in mezzo a splendori e privilegi, la realtà quotidiana di Kate comporta l’adesione a regole insospettabilmente stringenti e a volte peculiari.

impegni e limitazioni nel protocollo reale

Essendo una figura chiave della monarchia inglese, la Principessa Kate è soggetta a linee guida che definiscono il suo ruolo pubblico e individuale. Secondo le norme di palazzo, non è lecito per lei partecipare a una professione tradizionale e le sue attività sono per lo più circoscritte a iniziative benefiche e rappresentative accanto al marito, il Principe William. In aggiunta, Kate ha il compito di presentarsi agli eventi con un ritardo calcolato di circa 10-15 minuti rispetto all’orario previsto e di tenere la borsa sempre saldamente con entrambe le mani.

gusti personali e tradizioni singolari

Alle più curiose prescrizioni si aggiunge il divieto di consumare ostriche, ritenute potenzialmente dannose se non freschissime, e di giocare a Monopoli, un bando inspiegabilmente introdotto dal Duca di York nel 2008. Queste peculiarità possono richiamare un sorriso, specialmente considerando le tristi vicende legate al nominativo reale in anni successivi.

stilismo dei giovani principi

La principezza si conforma anche all’usanza di vestire i figli maschi con pantaloni corti fino all’età di 7-8 anni, seguendo un costume antico e consolidato all’interno del regno. Tali direttive, così apparentemente particolari e desuete, si integrano con le onerosità associate alla storia e etichetta reale britannica, della quale Kate è parte dal 2011, come il necessario inchino.

In conclusione, Kate Middleton incarna un equilibrio fra il moderno fascino di un’icona e la scrupolosa osservanza delle tradizioni reali, dimostrando che pure nel XXI secolo, la vita all’ombra della Corona continua a essere distributrice di splendori e richiedente di sacrifici personali.

Scritto da Augusto Clerici
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