25 anni fa moriva De Andrè, chi era il grande cantautore italiano

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L’11 gennaio ricorre un evento che ha lasciato un’impronta profonda nel panorama musicale italiano: la scomparsa di Fabrizio De Andrè, cantautore amato e celebrato per il suo genio poetico e musicale. Quest’anno, la RAI, nel segno dei suoi 70 anni di attività, ha reso omaggio a questo artista con una commovente intervista disponibile sul proprio portale web. De André, con le sue canzoni, ha contribuito a delineare la storia della musica in Italia, creando composizioni che oltre a essere apprezzate per la loro bellezza melodica, sono ricordate come genuini ritratti della vita sociale e delle fasce più umili della popolazione.

ricordo di fabrizio de andré

La figura di Fabrizio De André si eleva in un pantheon di artisti unici per il suo stile diretto, la caratteristica sonorità della sua chitarra e una voce distintiva che lo rendevano un vero interprete del popolo. La sua tendenza a schivare i riflettori del piccolo schermo è forse uno dei motivi per cui il suo legame con il pubblico era così forte; riuscì a incarnare e dare voce a quelle persone impoverite, umili e sincere che divennero i protagonisti privilegiati nei suoi testi narrativi.

Il debutto televisivo di De André avvenne nel 1963, nel programma “Rendez-Vous“, dove ricevette un’accoglienza calorosa che non avrebbe mai smesso di crescere. Nonostante la celebrità ottenuta, l’attaccamento ai valori semplici si concretizzò nello stile di vita che abbracciò in Sardegna, insieme alla moglie Dori Ghezzi, ove fondò una tenuta diventata simbolo di un legame indissolubile con le tradizioni e il lavoro agricolo.

L’episodio del rapimento da parte dell’anonima sarda, culminato con la liberazione dopo quattro mesi di prigionia e il riscatto pagato dal padre Giuseppe, aggiunse un’ulteriore dimensione al personaggio di De André e alla sua ispirazione musicale.

il legame con genova e la conclusione di un viaggio artistico

La vita di Fabrizio De André è indissolubilmente legata alla città di Genova, il luogo dove ha trascorso i suoi anni formativi, che ha poi cantato nei suoi brani, dipingendo una Genova vernacolare e autentica. La prova del carcinoma polmonare che gli venne diagnosticato lo costrinse a rallentare il ritmo dei concerti, ma non estinse la sua fervida creatività.

Il 1999 vedrà la fine del suo viaggio terreno, lasciando il mondo della musica e della cultura italiani in lutto. La sua eredità rimane però incancellabile, come egli stesso profetizzò in una delle sue interviste: “Meglio lasciarci che non esserci mai incontrati”.

Scritto da Augusto Clerici
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